Il tuo nome è una promessa (I coralli) (Italian Edition) by Anilda Ibrahimi

Il tuo nome è una promessa (I coralli) (Italian Edition) by Anilda Ibrahimi

autore:Anilda Ibrahimi
La lingua: ita
Format: azw3
ISBN: 9788858424995
editore: Einaudi
pubblicato: 2017-04-03T22:00:00+00:00


All’imbrunire, un ragazzo con un tulipano rosso in mano scivola insieme alla sua ombra per il vicolo degli ebrei. Non ha nulla in comune con chi si strugge per amore. Si vede dal modo in cui cammina, come fissa la strada. Non conta i passi. Non cerca di affrettare i tempi. Il tulipano è per sua sorella. È Gani.

Le case del vicolo hanno la facciata bianca. Le porte, quelle rimangono sempre aperte. Le donne passano da un cortile all’altro senza bussare.

L’ombra di Gani si allunga come tutte le ombre all’imbrunire. Si trascina svogliata dietro di lui. E le tocca affrontare le donne del quartiere da sola. Senza contare su Gani che è a metri di distanza. Dura vita hanno le ombre. Le donne, sedute su piccoli sgabelli, guardano il tulipano. Nessun fratello ha mai portato loro dei fiori. Nessun marito. Nessun uomo. In altri posti forse si fa cosí. Chi può saperlo? Non sono mai uscite dal quartiere. A volte sono andate nelle campagne vicine. E i fiori lí crescono dappertutto.

Gani e la sua ombra oggi sono fortunati. Le donne si scordano presto del tulipano. Una bici sfreccia davanti a loro a tutta velocità. – Ho visto bene, – dice una, – il figlio dei Mako ha una bici?

– Dove l’avrà trovata? – dice un’altra.

– Fino a ieri non avevano nemmeno il pane a tavola, ora corrono in bici! – aggiunge una terza.

– Avranno venduto l’asino! – conclude la quarta. Ridono tutte.

Gani si è già chiuso il cancello alle spalle. Il rumore fa sobbalzare Abigail, che si alza e corre verso di lui.

– Ti porto a passeggiare sul lungomare, – le dice Gani mentre lei prende il tulipano.

Abigail sembra non aspettare altro per abbandonare la stoffa che sta ricamando. L’ago rimane conficcato sull’ala di una farfalla come a impedirle di spiccare il volo.

– Abigail, su quest’ala c’è un punto di andata che non è coperto! – dice Lule guardando il ricamo abbandonato da Abigail.

Come se bastasse coprire un punto di andata per far riprendere il volo alla farfalla.

Lule non ottiene nessuna risposta, cosí si gira verso Gani, pronta a rimproverarlo. I suoi abiti da lavoro sono bianchi. E anche i capelli, le sopracciglia e la pelle. È tutto coperto di polvere bianca.

È il sale. Gani lavora nelle saline della laguna vicina.

Un giorno era ritornato a casa senza farsi prima la doccia nel capannone, e non si era nemmeno cambiato. Lule non l’aveva riconosciuto. Sembrava un vecchio mendicante che bussava alla loro porta. Anche se i mendicanti non c’erano piú da un pezzo. Perché non c’erano piú i ricchi e i poveri. Erano tutti poveri. In attesa di diventare tutti ricchi. Il Partito non aveva detto esattamente cosí, aveva usato altre parole. Il popolo però aveva capito questo. Le masse fraintendono, a volte.

Cosí Lule aveva visto quest’uomo dai capelli bianchi entrare nel suo cortile mentre stendeva il bucato. – Se aspetti finisco qui e ti do qualcosa da mangiare, – aveva detto senza abbandonare il lavoro. Gani aveva pensato che la madre parlasse del suo pranzo.



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